Dichiarazione 730: mia figlia può presentarla in Italia per i redditi 2024 anche se risiede in Spagna?
- 22 Maggio 2025
- Posted by: 50&PiùCAF
- Categoria: Quesito fiscale

DOMANDA
Buondì mia figlia è residente in Spagna da fine novembre 2024 in quanto dipendente di una società spagnola con contratto a tempo indeterminato. Precedentemente fino a fine giugno 2024 ha lavorato presso il politecnico di Milano ed è stata residente in Italia fino a fine novembre 2024. Può presentare la dichiarazione 730 in Italia per i redditi 2024?
RISPOSTA
Gentile lettrice,
per i residenti in Italia, vale il principio del “reddito mondiale” (o worldwide taxation). Questo significa che una persona considerata residente in Italia nell’anno d’imposta 2024 deve dichiarare e pagare le imposte su tutti i redditi prodotti, indipendentemente da dove siano stati generati, sia in Italia che all’estero. I non residenti invece, pagano l’IRPEF solo sui redditi che hanno la loro “fonte” o che sono stati prodotti nel territorio italiano: questo si basa sul principio della territorialità.
Venendo alla domanda, per l’anno d’imposta 2024 sua figlia si considera residente fiscale in Italia. Questo implica che, anche se si è trasferita in Spagna a fine novembre 2024, dovrà comunque presentare la dichiarazione dei redditi in Italia (tramite Modello 730 o Modello Redditi PF) e dichiarare tutti i redditi imponibili percepiti nel 2024, sia quelli prodotti in Italia che in Spagna.
Si ricorda che la Convenzione tra Italia e Spagna per evitare le doppie imposizioni, ratificata dall’Italia con la legge n. 663 del 29 settembre 1980, stabilisce che i redditi conseguiti da una persona residente in uno dei due Stati contraenti (nel suo caso, l’Italia) siano tassabili principalmente in quel Paese, evitando che lo stesso reddito venga tassato due volte.
Cosa c’è da sapere sulla dichiarazione 730
A partire dal periodo d’imposta 2024, sono entrate in vigore importanti modifiche alla disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, introdotte dal Decreto Legislativo n. 209/2023 in attuazione della riforma fiscale internazionale. L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito con la Circolare n. 20/E del 4 novembre 2024.
Nuova definizione di “domicilio” fiscale: la principale novità riguarda la definizione di “domicilio” fiscale, che non si rifà più al concetto civilistico, ma attribuisce maggiore rilevanza alle relazioni personali e familiari rispetto a quelle economiche. Si considera domicilio fiscale in Italia il luogo in cui una persona sviluppa principalmente le proprie relazioni affettive e familiari, anche in assenza di una residenza civilistica o di un’attività economica prevalente.
Introduzione del criterio della presenza fisica: è stato introdotto un nuovo criterio di residenza fiscale basato sulla presenza fisica nel territorio italiano per la maggior parte del periodo d’imposta (almeno 183 giorni). Questo criterio è autonomo rispetto agli altri e consente di configurare la residenza fiscale in Italia anche in assenza di iscrizione anagrafica o di domicilio civilistico. È importante notare che la presenza fisica può essere valutata anche in frazioni di giorno, contribuendo al computo complessivo dei giorni di presenza.
Iscrizione anagrafica come presunzione relativa: l’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente, precedentemente considerata una presunzione assoluta di residenza fiscale, acquisisce ora il valore di presunzione relativa. Ciò significa che, sebbene l’iscrizione anagrafica continui ad essere un indicatore di residenza fiscale, è possibile fornire prove contrarie per dimostrare che, per la maggior parte del periodo d’imposta, non si è configurata la residenza fiscale in Italia.
Implicazioni per i lavoratori in smart working: un aspetto rilevante riguarda i lavoratori che svolgono attività di smart working nel territorio italiano. Se la prestazione lavorativa viene effettuata per la maggior parte del periodo d’imposta in Italia, anche in assenza di una residenza civilistica o di un domicilio, questi soggetti sono considerati fiscalmente residenti in Italia.
Le modifiche mirano a rendere la normativa fiscale italiana più coerente con le migliori prassi internazionali e a semplificare la determinazione della residenza fiscale, soprattutto in un contesto di crescente mobilità internazionale. È fondamentale per i contribuenti, in particolare per coloro che hanno vissuto o lavorato all’estero nel 2024, valutare attentamente la propria situazione alla luce di queste nuove disposizioni.
Questa rubrica, curata dai nostri esperti fiscali, risponde al quesito più significativo e di interesse generale pervenuto nel corso della settimana.
Il QUESITO della settimana
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